AFFILA LA LAMA
AFFILA LA LAMA
Stephen Richards Covey è stato un educatore, scrittore e uomo d’affari statunitense.
Racconta una storia molto esemplificativa.. e così.. Ve la voglio raccontare:
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Due boscaioli devono tagliare un numero importante di alberi entro il calare del sole, il primo inizia a tagliare, tagliare e tagliare senza un minuto di sosta.
Il secondo invece ogni ora si prende qualche minuto di pausa e ripete questo rituale per l’ intero arco della giornata lavorativa.
Al calare del sole i due boscaioli si incontrano e il primo, visibilmente esausto, rimane sorpreso nel vedere la quantità di legna tagliata dall’ amico che a differenza sua si era fermato più volte a riposare.
A quel punto, ancora incredulo, gli domanda: ” Come ome è possibile?! Ho visto che ti sei fermato più volte a riposare! Io non ho avuto modo e tempo di farlo se volevo raggiungere l’ obiettivo, come hai potuto tagliare così tanta legna?! “
L’ amico rispose: “ vedi, amico mio, mentre tu non ti sei mai fermato, io quando riposavo affilavo la mia ascia così che quando ripartivo era molto più semplice abbattere gli alberi e con minor fatica”.
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Cosa ci deve rimanere da questa storia: Penso che Covey ci voglia informare del fatto che non bastano volontà e impegno per essere efficienti, ma è necessario possedere gli strumenti più adatti per fare bene il proprio lavoro.
Inoltre, non si può immaginare che, una volta dotatisi degli strumenti giusti, poi non si debba provvedere a mantenerli efficaci, “affilando la lama”.
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Ampliando un po la lettura, anche Abramo Lincoln ha fatto propria la metafora dei due boscaioli, cito la Sua frase: «Se avessi a disposizione otto ore per abbattere un albero, ne passerei sei ad affilare l’ascia».
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Fermarsi per affilare la lama non è una perdita di tempo, la storia appena letta ne è una conferma eppure, non é così scontato quando, nella quotidianità, si parla di fermarsi per riflettere, conoscere, riposare, formarsi ed informarsi.
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Nel post precedente, ho citato che: “quel che conta è il FARE” tuttavia mi sono reso conto che il concetto é quantovero (a mio parere) ma altrettanto incompleto, perché il solo “fare” senza cognizione di causa, se non si hanno a disposizione gli strumenti giusti, è solo una fatica inutilmente fine a se stessa, una perdita di tempo che ci opprime e deprime, indebolendo la possibilità di portare a casa risultati gratificanti.
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In questo senso è fondamentale continuare a studiare, a leggere, ad aggiornarsi per acquisire quel bagaglio culturale e per avere quell’ elasticità mentale che ci permetta di affilare competenze e conoscenze, perché sapere.. è pur sempre meglio di non sapere.. e senza il sapere non potrà mai esserci il “saper fare” e il “saper far fare”.
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